Indubbiamente uno degli aspetti più importanti nella gestione di un impianto è l’azione continua di manutenzione.
Certo, sappiamo bene che negli anni l’affidabilità dei sistemi di sicurezza è migliorata moltissimo, grazie a controlli elettronici e sensoristica evoluta.
Ci sono, però, alcuni test su determinate componenti che possono e devono essere fatti ciclicamente: in particolare facciamo riferimento ai rivelatori di fumo ottici e fotoelettrici.
Segnali di fumo
Questi rilevatori, chiamati anche puntiformi, sono tra i più diffusi e lavorano analizzando l’aria di un’area che sovrastano utilizzando diverse tecnologie.
Se il fumo viene riconosciuto come minaccia, i rilevatori allertano la centralina che fa partire l’allarme dell’impianto.
Sono sensori che vengono chiaramente esposti quotidianamente all’aria di luoghi di lavori, molto trafficati, con aria forzata e polverosi.
Tanto fumo, ma, fortunatamente, niente arrosto
Bene, quindi ora abbiamo un impianto montato, attivato e funzionante: come lo testiamo ciclicamente?
Nel modo più semplice in assoluto: imitando il fumo.
Certo, a leggerlo così qualcuno potrebbe anche pensare che sia una follia e se non vi fossero dei prodotti dedicati a questo intervento converremmo con voi.
Si da il caso che esista, prodotta dalla tedesca Weicon, una bomboletta che contiene una miscela in grado di testare facilmente tutti i rivelatoriantincendio di questo tipo.
Questo spray è progettato per non lasciare residui, è priva di silicone e viene fornita con un beccuccio che permette di indirizzare il getto esclusivamente sui sensori.
Non solo: la Weicon ha in listino anche uno spray dedicato ad ambienti ATEX, ossia luoghi con atmosfera esplosiva sensibili a fiamme libere e scintille. Questo nuovo prodotto è completamente ignifugo e permette un utilizzo in piena sicurezza.
Insomma, un modo semplice, veloce ed economico per garantire sempre la miglior efficienza possibile di un impianto antincendio.