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Impianti di rivelazione antincendio: cosa sono?

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Con impianto di rivelazione antincendio s’intende quel tipo di dispositivi atti a rilevare e segnalare la presenza di un incendio in un edificio, sia esso un centro commerciale, un ospedale, un albergo o un’abitazione.

In molte strutture la presenza di questo tipo di impianti costituisce un obbligo, il quale consente di ottenere l’abitabilità di queste strutture.

I dispositivi di rivelazione fumi ed incendi sono meccanismi in grado di comunicare con la centralina di allarme antincendio. Essi vengono posti sui soffitti dell’edificio in questione, in modo da poter percepire la presenza di fumo o calore, che si muovono verso l’alto.

Esistono tre categorie principali di impianti di rivelazione di fumo:

  • rivelatori di fumo: sistemi sensibili alle particelle prodotte in fase di combustione;
  • rivelatori di calore: sistemi sensibili ad un innalzamento della temperatura interna all’ambiente;
  • rivelatori di fiamma: sistemi sensibili alle eventuali radiazioni.

I rivelatori di fumo

I rivelatori di fumo hanno il vantaggio di rilevare velocemente incendi che si diffondono rapidamente, poiché riescono a percepire il processo di combustione nell’ambiente. Tuttavia, essi sono molto meno efficaci nel caso di incendi che si sviluppano a causa di elementi infiammabili come l’alcol, poiché essi producono poche fiamme.

Inoltre, essendo molto sensibili, c’è il rischio che possano attivarsi facilmente anche per falsi allarmi.

Questo può capitare, ad esempio, se installati in casa di fumatori, poiché in presenza di nuvole di fumo di sigaretta potrebbe scattare l’allarme. In caso di impianti antincendio domestici, infatti, è consigliabile l’installazione dei rivelatori di tipo ottico, i quali proiettano un fascio di luce a infrarossi verso una fotocellula. In presenza di fumo questo fascio di luce viene interrotto e fa scattare l’allarme.

I rivelatori di calore

I rivelatori di calore funzionano registrando la temperatura ambiente e attivando l’allarme quando questa supera il limite prestabilito.

Quelli di nuova generazione, indicati come “termovelocimetrici”, sono sensibili all’innalzamento improvviso della temperatura ambiente, mentre quelli “statici” reagiscono al valore della temperatura stessa.

Per questa ragione un sistema di tipo statico genererà un falso allarme se esposto alla luce diretta del sole, e quello di tipo termovelocimetrico lo innescherà nel caso in cui sia esposto in una zona soggetta a repentini cambi di temperatura causati, ad esempio, dall’aria condizionata.

I rivelatori di fiamma

I rivelatori di fiamma sono in grado di percepire le radiazioni elettromagnetiche, innescando l’allarme in caso di un aumento consistente di luce.

Sono utilizzati principalmente in spazi aperti recintati, come ad esempio depositi o spazi dove circolino liquidi infiammabili.

Inoltre, è importante sapere che è preferibile impiegare sensori a raggi IR rispetto a sensori a raggi UV, che sono soggetti a generare più falsi allarmi, generati da fulmini, lampade alogene ecc.