Tecnologie di sicurezza
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Impianti antintrusione: quali le norme in vigore?

Come ogni installazione tecnica, anche gli impianti antintrusione necessitano di una corretta implementazione, e che rispetti le norme in vigore.

Un sistema antintrusione, come sappiamo, ha l’obiettivo di impedire gli accessi indesiderati. Per poterlo fare, esso ha bisogno di due sottosistemi:

  1. Il sistema passivo, ovvero tutte quegli ostacoli che si frappongono tra il malintenzionato e l’area da proteggere;
  2. Il sistema attivo, ovvero il sistema d’allarme vero e proprio, che consente di segnalare il tentativo di attraversamento del sistema passivo.

È quindi indispensabile la presenza di entrambi i sistemi, al fine di garantire la maggior sicurezza all’interno dell’abitazione/struttura da proteggere.

È la Norma CEI 79-3, in particolare, a fornire un riferimento per la progettazione, realizzazione, verifica e manutenzione degli impianti di allarme intrusione e rapina. Il suo obiettivo è quello di descrivere un processo efficace ed efficiente di progettazione, realizzazione, collaudo e manutenzione degli impianti di allarme intrusione e rapina in modo che forniscano le prestazioni prescritte, riducendo al minimo gli allarmi indesiderati.

I livelli di rischio

Essa si impegna, tra le altre cose, a definire i 4 livelli di rischio, i quali dipendono sostanzialmente dalle conoscenze, da parte dei malintenzionati, in tema di I&HAS (Intrusion and Hold-up Alarm Systems).

AL crescere delle loro competenze tecniche, come intuibile, aumenta il rischio di subire un’intrusione.

La Norma CEI 79-3 si impegna, inoltre, a definire i tipi di area da proteggere. In particolare, ne individua 5, ovvero:

  1. Unità abitativa non isolata, come negozi, scuole, appartamenti;
  2. Unità abitativa isolata, come una villa, un museo o una banca;
  3. Cassaforte, come un locale cassaforte o un ATM;
  4. Caveau, ovvero un locale corazzato;
  5. Insediamento industriale, come un centro commerciale.

Individuati quindi l’area da proteggere ed il rischio correlato, bisogna poi individuare l’impianto più idoneo.

I livelli di prestazione

La norma CEI 79-3 mira a definire, inoltre, i livelli di prestazione di un impianto in funzione.

Per poterli analizzare, essa suddivide gli impianti antintrusione in 3 tipi:

  1. rivelatori;
  2. apparati essenziali e opzionali;
  3. dispositivi di allarme.

Ad ognuno dei tipi di sistemi essa assegna un fattore di merito, da 0 a 1, il quale dipende da:

  • il grado di sicurezza dei singoli apparati che compongono l’impianto;
  • le modalità d’installazione e d’esecuzione delle interconnessioni descritte dalla stessa norma;
  • la correlazione fra i singoli apparati nei due casi possibili di:
  1. apparati funzionalmente in parallelo, il cui contributo alle prestazioni globali corrisponde alla somma dei singoli contributi;
  2. apparati funzionalmente in serie, il cui contributo alle prestazioni globali corrisponde al prodotto dei singoli contributi;
  • l’importanza relativa dei singoli apparati per mezzo di coefficienti moltiplicativi (per gli elementi funzionalmente in parallelo) o di coefficienti esponenziali (per gli elementi funzionalmente in serie), il cui valore convenzionale viene fissato per singoli casi tipici;
  • la presenza di zone non protette totalmente da determinati raggruppamenti omogenei di rivelatori attraverso un coefficiente d’insuperabilità della protezione all’interno del fattore di merito dei rivelatori.

Consigliamo, come sempre, di affidarsi ad esperti del settore per l’installazione di questi impianti.

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